martedì 19 agosto 2008

Tricky, the Knowle West boy



Sono passati cinque anni da quando Adrian Taws, al secolo Tricky, pubblicò il suo ultimo album. Ma durante questo arco di tempo non ci sono state state crisi creative, ispirazioni latenti o quant'altro. Semplicemente, il producer/dj si è divertito nei party di mezzo mondo, da Londra a New York. E il bisogno di incidere un nuovo album è coinciso con la voglia di tornare a casa.
Il titolo è infatti un omaggio al quartiere di Bristol dove è cresciuto, Knowle West, appunto, una zona malfamata di quella città che ha visto nascere formazioni simbolo della scena trip hop degli anni '90, dai Portishead ai Massive Attack.
Neanche a dirlo, il profumo delle radici si respira per tutta la durata dell'album, con sonorità più vicine a quelle degli esordi rispetto a quelle dei lavori più recenti. Council Estate, il primo singolo, che vede per la prima volta il solo Tricky davanti al microfono, è veloce e potente, e avrebbe di certo impressionato anche sul debutto Maxinquaye.
Tutti i brani ruotano intorno ai generi che Tricky ha sempre prediletto, dall'Hip Pop più duro alla Drum 'n' bass, mischiando trip hop, dub e uk garage con sapienza e abiltà disarmante.
A dimostrazione che tutto quello che tocca si trasforma in oro, Tricky riarrangia Slow di Kilye Minogue(!),e ci lascia a bocca aperta.
Certo, ci sono anche episodi più deboli, con intenti spudoratamente radio-oriented, a cominciare dalla ossessiva C'mon baby, passando per Bacative, dalla ritmica formidabile ma che a causa di una parte vocale stile ragga, tanto cara al dj, lascia in bocca il sapore di un accostamento forzato.
Decisamente meglio con Past mistake e Coalition, che fa pensare a come suonerebbero i Thievery Corporation se fossero appena un pò più sfiduciati verso il futuro. Tricky a volte lo vede nero, e il risultato lo si sente in questi due pezzi: scuri, cupi e pesanti come macigni, sottofondo ideale per quelli che sperano di emergere,magari grazie alla musica, da Knowle West, oggi più di allora.