lunedì 3 novembre 2008

Of Montreal - Skeletal Lamping



Il nono lavoro in studio degli Of Montreal, la creatura di Kevin Barnes, può essere definito in molti modi, fuorché scheletrico. Lo stile compositivo che da sempre lo contraddistingue è rimasto invariato e anche qui si mischiano con naturalezza dosi massicce di funk, dance, pop e quant’altro per il risultato di un’ora di musica che cattura dal primo all’ultimo secondo. Si parte con Nonpareil of favor, che per il primo minuto e mezzo sembra un brano uscito dal cassetto degli MGMT e, proprio mentre si inizia a prenderci gusto, si interrompe bruscamente per inseguire atmosfere psichedeliche stile Beatles dei tempi del White Album. Questo forse proprio per mettere subito in chiaro che quasi tutto il disco è composto in questa maniera: ogni canzone è un susseguirsi di spunti e intuizioni che durano il tempo che trovano, e che spesso danno l’impressione di una buona idea lasciata a metà.
Non a caso i pezzi migliori sono quelli che rispettano la tradizionale forma-canzone, come Four our elegant caste, due minuti e mezzo di divertentissimo funky su ritmi dance, che se lo avessero scritto gli Scissor Sisters sarebbero rimasti in classifica per mesi.
Stesso discorso per Gallery Piece e Triphallus, to punctuate!, che hanno la forza di farti muovere e lanciarti direttamente nel party nella testa di Barnes.
Le cose invece vanno diversamente quando i brani vogliono essere più ambiziosi, ed è il caso di Plastis Wafer, sette minuti che contengono spunti per un disco intero, e che sembrano interminabili se paragonati a quanto velocemente passavano i dodici di The Past is a grotesque animal, la cavalcata psichedelica che si trova nel precedente lavoro degli Of Montreal.
Impensabile poi di poter scimmiottare John Lennon nello scrivere una ballata: si parla di Touched Something’s Hollow, solo voce e piano per quello che non può essere più di un tributo.
Forse a causa delle grandi aspettative con cui era atteso questo disco, sequel dell’ acclamato Hissing fauna, are you the destroyer?, gli Of Montreal hanno deciso di avventurarsi in terreni che non conoscono troppo bene, e riempito i brani più lunghi e articolati con idee che sono state approfondite e sfruttate solo in parte, e che avrebbero potuto vivere e brillare di luce propria se fossero state tramutate da semplici frammenti in canzoni.
Intendiamoci, il disco non è affatto male; è divertente, sa coinvolgere e far muovere, ma la mancata selezione delle idee su cui basare questo lavoro, forse per la validità di molte di loro, ha portato a questo risultato, che fa paragonare alcuni brani ad opere incompiute. Se entrasse in un negozio di caramelle, probabilmente Barnes le comprerebbe tutte.